Io, unico e irripetibile

La prima parte del percorso di seconda media, che si rivolge tendenzialmente a un gruppo nuovo, che si sta formando ora, ha come obiettivo quello di conoscere e i ragazzi, farli conoscere tra loro, così da formare il gruppo.

Questi gli incontri sul tema:

1 Iniziamo il primo incontro con un gioco utile ad una prima conoscenza dei ragazzi. I ragazzi vengono divisi in tre gruppi, ciascun gruppo, a rotazione, dovrà svolgere questi tre giochi (trovati navigando su internet):

  • GLI SPOT: Si colloca un faretto o una lampada a circa un metro da un muro e si invitano i membri del gruppo a passare tra il muro e la lampada ad uno ad uno. Intanto un altro componente o l’animatore con un pennarello o una matita tratteggiano su un foglio appeso al muro il profilo del soggetto. Così per tutti i membri del gruppo. Poi ogni proprietario del profilo ritaglia il proprio e scrive su di esso il nome. Si può aggiungere anche l’indirizzo, l’hobby preferito, il soprannome… Si mette poi in comune il frutto del lavoro.
  • IL GOMITOLO: Un ragazzo si lega l’inizio di un gomitolo intorno al polso, si presenta brevemente (20sec) e lancia il gomitolo ad un altro un po’ distante da lui; anche questo si lega il filo al polso, si presenta, passa il gomitolo… quando tutti si sono presentati l’animatore fa notare che si è formata una ragnatela, sono le relazioni che ognuno di noi può avere con gli altri, quando litighiamo con qualcuno è come se il filo si spezzasse.
  • SPECCHIO RIFLESSO: I ragazzi si mettono a coppie, faccia a faccia, e formano due file. A un determinato segnale, i giocatori di una delle file cominciano a fare movimenti, mentre i ragazzi dell’altra fila dovranno imitare il loro compagno meglio che possono, come se fossero uno specchio. È vietato ridere, è possibile solo se lo fa il giocatore che viene imitato. Dopo circa un minuto o due, i ragazzi si cambiano di ruolo e ricomincia il gioco. Per continuare il gioco è possibile poi cambiare le coppie.

2 Nel secondo incontro iniziamo a far accostare i ragazzi alla figura di Giuseppe d’Egitto. Ancora lo facciamo attraverso un gioco in cinque tappe, ciascuna delle quali rappresenta un momento della vita di Giuseppe. All’inizio di ogni tappa l’educatore leggerà/racconterà ai ragazzi l’episodio della vita di Giuseppe e proporrà loro una prova inerente il racconto. Al termine della prova verrà consegnato un pezzo di questa immagine di Giuseppe e i suoi fratelli (da stampare e ritagliare in cinque pezzi per ciascuna squadra). Obiettivo è superare tutte le prove così da ricevere tutti e cinque i pezzi e, alla fine, comporre l’immagine. Queste le cinque prove:

  • Tappa 1: i fratelli contro Giuseppe. I ragazzi si dispongono in cerchio. Uno sta nel centro. Quelli all’esterno con una palla devono colpirlo, senza però potersi muovere. Chi colpisce il ragazzo al centro ha il diritto di scegliere chi, degli altri, prenderà il suo posto in mezzo.
  • Tappa 2: Giuseppe in prigione. Ad ogni ragazzo viene posta una domanda inerente la vita di Giuseppe. Se sbagliano gli vengono legate le mani, se azzeccano possono liberare le mani di un compagno a scelta. Il gioco finisce quando, dopo il primo giro, tutti i ragazzi torneranno ad avere le mani libere.
  • Tappa 3: Giuseppe dal faraone. Un componente della squadra scelto dai compagni sostiene piccole prove (ogni prova un ragazzo diverso). Vuole simboleggiare la capacità di Giuseppe di fronteggiare la carestia in Egitto.
    -Prova 1: cinque canestri a basket dopo dei giri su se stesso. 1 canestro = 1 giro, 2 canestri = 2 giri, ecc…
    -Prova 2: una persona sfida al meglio dei 3 l’educatore della tappa a braccio di ferro.
    -Prova 3: il ragazzo deve bere 8 bicchieri d’acqua intervallati da corsa: bicchiere, corsa, bicchiere, corsa.. Senza vomitare possibilmente! 😉
    -Prova 4: una persona deve fare il giro della palestra (o dell’aula dove) saltando su un piede solo. Per renderlo più difficile possiamo mettere degli ostacoli ad esempio delle sedie o dei compagni a cui girare attorno.
    -Prova 5: il ragazzo mima la sfinge.
    -Prova 6: un ragazzo balla e gli altri cantano la Macarena.
  • Tappa 4: Giuseppe imprigiona i fratelli. Si gioca a Guardie e ladri: soldati d’Egitto contro i fratelli di Giuseppe.
  • Tappa 5: riconciliazione coi fratelli. Sparviero al contrario: uno o due ragazzi sono liberi, gli educatori prendono, gli altri (la maggior parte) sono presi, quindi fermi e sparsi per la sala. Al via i liberi corrono a liberare i presi (toccandoli). Devono arrivare dall’altra parte della sala senza farsi prendere. Se vengono presi si fermano li dove sono stati presi e aspettano di essere liberati.

3 Nel terzo incontro chiediamo ai ragazzi di dire qualcosa su di é, per favorire la conoscenza di sé e continuare a conoscerli. Possono farlo o attraverso un disegno, oppure attraverso la costruzione di qualcosa che li rappresenti, con del materiale che gli viene fornito. Gli si chiede di fare un autoritratto nel quale emergano aspetti positivi e negativi del proprio carattere. Al termine ognuno presenta il proprio autoritratto agli altri.

4 Nel  quarto incontro facciamo incontrare i ragazzi con alcune persone che, all’interno dell’oratorio, della parrocchia, svolgono qualche impegno educativo o di volontariato. Il senso è far comprendere loro come le proprie qualità possano essere messe a servizio per il bene di tutti. Si divideranno i ragazzi in tanti gruppi quanti il numero di persone invitate, ciascun gruppo dovrà realizzare, col cellulare, una videointervista alla persona assegnata utilizzando questa scheda nella quale sono indicate alcune domande. Al termine, con un computer e un proiettore, si mostrano a tutti le interviste realizzate.  

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