Sul Corriere di oggi Gramellini scrive:

” Provate a calare nel lockdown i due adolescenti più famosi della letteratura, Romeo e Giulietta. Nella Verona di questi giorni non si conoscerebbero neanche: Romeo non riuscirebbe a imbucarsi in casa Capuleti, neppure se fosse munito di regolare autocertificazione. Così resterebbe congelato nelle sue passioni sbagliate ma conosciute, finendo per andare a prendere inutilmente freddo sotto il balcone della sdegnosa Rosalina, purché entro e non oltre le dieci di sera. Probabilmente lui e Mercuzio si ubriacherebbero di continuo e andrebbero a fare a botte con la banda rivale per dare un senso alla noia. Certo, i due amanti non morirebbero più per le conseguenze del loro amore. Però morirebbero dentro, per non averlo vissuto”.

E però mi chiedo: la vita è un treno che passa una volta sola e se lo perdi – per negligenza tua o per contingenze che non dipendono da te – sei condannato inesorabilmente a “morire dentro”? Oppure questa vita che ci abita è più forte della nostra fragilità, è capace di farsi strada tra le piccole fessure che anche la peggiore situazione lascia aperte, e trova il modo di fiorire?

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Quei laici tuttora «ridotti»

La notizia della condanna dell’ex arcivescovo di Washington McCarrick ha avuto grande risalto mediatico in questi ultimi giorni. Un aspetto che mi ha colpito è come il provvedimento di dimissione dallo stato clericale inflitto all’ex cardinale, sia stato riportato da quasi tutte le testate giornalistiche secondo la sua precedente dicitura, ossia “riduzione allo stato laicale”.

statolaicale

La sostituzione dell’espressione “riduzione” con quella di “dimissione” risale al 1983, quando venne promulgato il nuovo Codice di Diritto Canonico. Continua a leggere “Quei laici tuttora «ridotti»”