Lo specchio di un sogno

Osservare in questi giorni le immagini delle piazze di Madrid e Barcellona gremite di folla vestita di rosso a festeggiare la vittoria mondiale riporta alla memoria le piazze di Milano, Roma, Napoli colorate di azzurro quattro anni fa.
La stessa esplosione di entusiasmo,
la stessa incontenibile gioia,
la stessa voglia di fare festa,
lo stesso desiderio di abbracciarsi e sentirsi non io e tu ma noi.
E fa niente se il motivo è assolutamente superficiale,
fa niente se è solo un momento irrazionale,
fa niente se il giorno dopo tutto sarà ancora uguale,
le bollette, il lavoro, la spesa, i libri…
Fa niente perché questo è lo specchio di un sogno.
Il sogno in cui la festa non duri una notte ma sempre,
il sogno in cui gli abbracci non siano exploit emotivi ma autentici,
il sogno in cui crollino le barriere tra me e te e resti solo la nostra gioia,
il sogno in cui l’entusiasmo non sia per una partita di calcio ma per qualcosa di vero,
qualcosa che tocchi la vita e la trasformi in una festa.
E solo a pensarci luccicano gli occhi,
perché da noi si realizza la notte della coppa,
ma resta un sogno il resto della vita.
Ed allora sì emerge dentro di te quel grido che prima strozzavi,
un grido che chiede di più,
che il sogno diventi promessa e la promessa diventi realtà.

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