Il Messia, figlio di Davide

Prima di addentrarmi nella vicenda di Gesù, faccio una premessa riguardo la figura del Messia. Gesù infatti per i cristiani è il Messia atteso da Israele. Serve dunque precisare chi era, che caratteristiche aveva il Messia che il popolo ebraico attendeva.

L’idea del Messia nasce e si consolida nella storia di Israele a partire dalle molteplici esperienze nelle quali il popolo perde la propria indipendenza politica. Israele nasce dalla promessa di Dio ad Abramo di una discendenza e di una terra. Il possesso della terra però non è dato una volta per sempre: Israele si ritroverà più volte ad essere conquistato e perdere la terra. È in questi momenti che, per affermare la fedeltà di Dio alla sua promessa, sorge e si sviluppa, soprattutto grazie alla riflessione dei profeti, l’idea del Messia: Dio manterrà la parola data ad Abramo di una terra per la sua discendenza, per questo susciterà un Messia che libererà il popolo dall’oppressore e ristabilirà il regno di Israele.

Per mostrare ai ragazzi ciò che Israele immaginava pensando al Messia, leggo alcuni tra i più importanti testi messianici che troviamo nella Bibbia. Il primo lo troviamo nel libro del profeta Isaia.

1Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. 2Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. 3Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; 4ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio. 5La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. 6Il lupo dimorerà insieme con l'agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. 7La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. 8Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. 9Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare.

(Is 11,1-9)

Prima cosa che chiedo ai ragazzi se qualcuno si ricorda chi è Iesse: il padre di Davide. Isaia qui dice, parlando del Messia, che egli sarà “un germoglio del tronco di Iesse”. Cosa significa? Viene qui messo in luce un primo aspetto fondamentale dalla concezione ebraica del Messia: il suo legame con Davide. Il Messia “germoglierà”, sorgerà dallo stesso tronco, dalla discendenza del re Davide. È questo il motivo per il quale sia nel Vangelo di Matteo che in quello di Luca, i due Vangeli che ci raccontano la nascita di Gesù, troviamo la genealogia di Gesù, per sottolineare il suo legame, la sua appartenenza alla dinastia di Davide.

Per Israele il Messia è il nuovo Davide, colui che restituirà a Israele la gloria del regno davidico, che per il popolo ebraico resta il momento di massimo splendore di tutta la sua storia, il momento nel quale la promessa di Dio è pienamente realizzata. Non a caso la parola “Messia” deriva dall’ebraico mašīaḥ che significa “unto”. Perché unto? Perché l’unzione era il rito attraverso il quale veniva consacrato il re: il Messia è il nuovo re di Israele. Curiosità: sapete come si dice “unto” in greco? Χριστός (Khristós) da cui: Cristo. È questo il motivo per cui chiamiamo Gesù “Cristo” (no, non è il cognome di Gesù, come a volte qualche ragazzo pensa!): per i cristiani Gesù è l’unto, è il Messia.

In questo testo troviamo anzitutto la descrizione del Messia guidato dallo Spirito di Dio: faccio notare ai ragazzi come sia da questo testo che è tratta la descrizione dei doni dello Spirito, che conoscono per averli affrontati a catechismo in preparazione della Cresima. Emergono inoltre due caratteristiche tipiche del Messia atteso da Israele. La prima è la giustizia: il Messia “non giudicherà secondo le apparenze, non prenderà decisioni per sentito dire […] prenderà decisioni eque…”. Il Messia è anzitutto presentato come il giudice giusto. Nella descrizione di questo giudice però troviamo alcuni tratti che, a ben vedere, poco si addicono a Gesù per come lo conosciamo. Questo giudice “percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio”: presenta dei tratti violenti, la cui descrizione sembrerebbe calzare meglio a un personaggio come Giovanni il Battista, che non temeva di affrontare a viso aperto Erode accusandolo di vivere con la moglie di suo fratello o di apostrofare i farisei chiamandoli “razza di vipere”. Inizia ad emergere qui come la modalità attraverso la quale Gesù interpreterà il suo essere il Messia si discosti radicalmente da ciò che Israele si aspettava. Gesù sarà un Messia diverso: proprio per questo non verrà riconosciuto da Israele.

La seconda caratteristiche che qui emerge del Messia è il suo essere portatore di pace. Bellissima l’immagine che Isaia usa per descrivere questo Messia re di pace, attraverso l’accostamento di animali che normalmente sono in lotta tra loro.

Il secondo testo messianico che propongo ai ragazzi è tratto dal libro del profeta Michea.

1E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti. 2Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d'Israele. 3Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. 4Egli stesso sarà la pace!
Se Assur entrerà nella nostra terra e metterà il piede nei nostri palazzi, noi schiereremo contro di lui sette pastori e otto capi di uomini, 5che governeranno la terra di Assur con la spada, la terra di Nimrod con il suo stesso pugnale. Egli ci libererà da Assur, se entrerà nella nostra terra e metterà piede entro i nostri confini. 

(Mi 5,1-5)

Perché Michea scrive che il Messia arriverà da Betlemme? Il riferimento è sempre Davide: Betlemme è la città natale del re Davide. È questo il motivo per il quale i Vangeli di Matteo e Luca insistono nel collocare la nascita di Gesù a Betlemme. La cosa interessante è che giustificano in due modi diversi il fatto che Gesù cresce a Nazareth (in Galilea) nonostante sia nato a Betlemme: Luca, al capitolo 2, ci racconta il famoso episodio del censimento: dovendo recarsi nella propria città natale per farsi censire, Giuseppe intraprende il viaggio che da Nazareth lo porterà a Betlemme, città di origine della sua famiglia proprio perché discendente di Davide; per questo Gesù nasce a Betlemme. Matteo invece, al capitolo 2 del suo Vangelo, ci racconta una storia diversa. Gesù nasce a Betlemme perché Maria e Giuseppe risiedono da sempre a Betlemme. Si trasferisce a Nazareth solo dopo il ritorno dall’Egitto, dove Maria e Giuseppe avevano trovato rifugio per scappare da Erode, che voleva uccidere il bambino. Temendo che tornando a Betlemme Erode avrebbe potuto ancora fare del male a Gesù, si ritirano in Galilea trasferendosi a Nazareth. Risulta evidente da queste considerazioni come molto probabilmente Gesù sia nato e cresciuto a Nazareth. Gli evangelisti collocano la nascita di Gesù a Betlemme per esprimere la verità della fede cristiana che riconosce in Gesù il Messia atteso da Israele.

Nella presentazione che Michea fa del Messia troviamo ancora di più la descrizione di un capo militare che porterà la pace: il Messia sarà il “dominatore di Israele”, che “ci libererà da Assur (la città di Babilonia)”. È questo che Israele si aspettava dal Messia. Ma Gesù, come abbiamo detto, interpreterà il ruolo di Messia in modo del tutto diverso. Anche lui parlerà di un regno (il motivo ufficiale della sua condanna sarà di essersi proclamato “re dei Giudei”) ma, come troviamo esplicitato nel Vangelo di Giovanni, questo regno non ha niente a che vedere con ciò che Israele intendeva: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù” (Gv 18,36).

Ultimo testo che propongo non è propriamente un testo messianico. È la descrizione che il Primo libro dei Maccabei fa di Giuda Maccabeo, il condottiero che liberò Israele dalla dominazione dei Seleucidi (come abbiamo visto nel modulo dedicato alla storia di Israele). Lo faccio leggere perché è probabilmente una delle descrizioni più precise della fisionomia del Messia per come era atteso da Israele.

1 Al suo posto sorse il figlio di lui, Giuda, chiamato Maccabeo; 2lo aiutavano tutti i suoi fratelli e quanti si erano legati al padre e conducevano la battaglia d'Israele con entusiasmo. 3Egli accrebbe la gloria del suo popolo, rivestì la corazza come gigante, cinse l'armatura di guerra e sostenne battaglie, difendendo il campo con la spada. 4Nelle sue gesta fu simile a leone, come leoncello ruggente sulla preda. 5Inseguì gli iniqui braccandoli, i perturbatori del popolo distrusse con il fuoco. 6Gli iniqui sbigottirono per paura di lui, tutti i malfattori furono confusi e la salvezza per mezzo di lui ebbe buon esito. 7Inflisse amarezze a molti re, rallegrò con le sue gesta Giacobbe; sempre la sua memoria sarà benedetta. 8Percorse le città di Giuda e vi sterminò i rinnegati e distolse l'ira da Israele. 9Divenne celebre fino all'estremità della terra e radunò coloro che erano dispersi. 

(1Mac 3,1-9)

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