La vicenda di Gesù nei Vangeli

OBBIETTIVI: ripercorrere la vicenda di Gesù raccontata nei Vangeli, favorendo una lettura che vada in profondità e metta in luce gli elementi fondamentali della fede cristiana per come emergono dalla narrazione evangelica.

TIPOLOGIA DI LEZIONE: commento ai testi evangelici.

TEMPO DEDICATO: il materiale proposto in questo modulo è davvero molto abbondante. Il tempo dedicato può variare, a seconda della classe si può decidere di proporre in modo più o meno approfondito la vicenda di Gesù, affrontando più o meno testi.

VALUTAZIONE: sono previste una o più verifiche scritte, a seconda di quanto tempo si decide di dedicare al modulo e quanti testi proporre. La verifica sulla prima parte del modulo è normalmente unita con quella sul modulo dedicato ai Vangeli.

SVOLGIMENTO DELLE LEZIONI:

In questo modulo ripercorro con i ragazzi la vicenda di Gesù per come è raccontata nei Vangeli. Seguo, come filo conduttore, il racconto del Vangelo di Marco, il più adatto per un primo approccio ai Vangeli, con qualche escursione nei Vangeli di Matteo e Luca. Qui di seguito la sintesi della presentazione della vicenda di Gesù che propongo, suddivisa in capitoli. Ciascun capitolo è approfondito in una pagina specifica, nella quale sono riportati i testi letti in classe e il commento ai testi.

Prima di iniziare il commento ai testi preciso che il mio modo di leggere e commentare i Vangeli ha un taglio preciso, che viene dalla mia sensibilità, ed esprime quella prospettiva per me più feconda e maggiormente capace di intercettare il vissuto dell’umanità di oggi. Non è però certamente l’unica prospettiva possibile. Chiedo perciò ai ragazzi di esprimere senza esitazione eventuali difficoltà o obiezioni che dovessero sorgere: è questo il modo attraverso il quale può svilupparsi il punto di vista personale di ciascuno, confrontarsi con una proposta non generica e mettendosi in discussione di fronte ad essa. Ciò che a me importa non è convincere qualcuno del mio punto di vista, ma fare una proposta capace di toccare la sensibilità dei ragazzi, così da attivare la loro riflessione e il loro senso critico. Questi i tratti fondamentali della prospettiva che faccio mia ripercorrendo la vicenda di Gesù:

  • Leggo i Vangeli considerandoli come opere narrative. In quanto tali bisogna anzitutto riconoscere come essi utilizzino linguaggi e archetipi letterari tipici del tempo in cui sono stati scritti, che spiegano i pattern narrativi attraverso i quali la vicenda di Gesù è tradotta e declinata. Inoltre, come visto nel modulo dedicato ai Vangeli, essi non riportano la vicenda di Gesù di Nazareth per come si è storicamente svolta, ma sono racconti scritti per esprimere e suscitare la fede cristiana. Ciò che cerco di mettere in luce allora ripercorrendo i Vangeli non riguarda direttamente ciò che storicamente Gesù ha vissuto ma ciò che di Gesù troviamo raccontato nei Vangeli. Quando diciamo che in un determinato racconto Gesù fa o dice determinate cose, intendiamo dire che in questo racconto l’evangelista ci dà una rappresentazione di Gesù che fa e dice determinate cose. Ciò che cerco di mettere in luce è la logica del racconto, dalla quale emerge la fede cristiana dell’autore, che è il contenuto vero dei Vangeli. Nel leggere i Vangeli allora non è importante chiedersi se quanto riportato è successo davvero, se Gesù ha davvero detto o fatto quello che viene narrato, ma cosa ci dice quel racconto della fede cristiana.
  • Leggo la vicenda di Gesù ponendo l’accento sulla sua umanità, senza negare in alcun modo la divinità ma intendendo quest’ultima come emergente in un’esistenza pienamente umana. C’è un modo di parlare della vicenda di Gesù che rischia di banalizzare fino all’insignificanza il suo vissuto. Quando si pensa che Gesù, essendo Dio, sapesse già tutto quello che gli sarebbe successo, leggesse i pensieri di chi incontrava, non avesse mai nessun dubbio, usasse i miracoli come dimostrazione della sua potenza… Una volta una studentessa mi ha detto: facile per Gesù dare la vita, sapeva già che sarebbe risorto! Un Gesù pensato così non è in grado di dirci nulla! Vive un’esperienza di vita talmente diversa dalla nostra da non poter in alcun modo essere preso come modello: tu sei perfetto perché sei il Figlio di Dio, io no. Fine della discussione.
    Pensare al vissuto di Gesù in un modo così radicalmente diverso dal nostro pone inoltre un grande punto interrogativo sulla realtà della sua umanità: la fede cristiana ci dice che Gesù è vero Dio e vero uomo, ma come può essere considerato vero uomo Gesù se vive un’esperienza di vita del tutto diversa dalla nostra? Che fine fa la verità dell’incarnazione? La prospettiva che sposo e propongo ai ragazzi ha come premessa la piena e integrale umanità di Gesù: se Gesù è vero uomo, allora deve aver vissuto tutto ciò che caratterizza il nostro vivere umano: il dubbio, l’indecisione, la paura, il fallimento… Ma così facendo che fine fa la divinità di Gesù? Per i cristiani Dio è amore (1Gv 4,8). Tutte gli altri attributi di Dio, se vogliamo mantenerli, dobbiamo riferirli all’amore: Dio è onnipotente nell’amore (non ci sono ostacoli al suo amore), è onnisciente nell’amore (conosce la realtà guardandola sempre e solo attraverso l’amore), è onnipresente nell’amore (il suo amore non ha confini)… La divinità di Gesù si esprime nella qualità dell’amore che ha vissuto: un amore perfetto, (come) quello di Dio. L’amore vissuto da Gesù è partecipazione al massimo livello dell’amore di Dio, questo rende Gesù il Figlio di Dio, ma nella concretezza della sua vita questo amore è vissuto da Gesù e si esprime attraverso la sua piena e totale umanità, in tutto simile e non distinguibile dalla nostra. Nella presentazione della vicenda di Gesù che propongo questa sottolineatura è decisiva nel far sì che la vicenda di Gesù possa essere percepita dai ragazzi capace di dire qualcosa alla loro vita.
  • Infine, leggo la vicenda di Gesù ponendo l’accento, focalizzando l’attenzione su due aspetti: le caratteristiche del Dio cristiano che emergono dal racconto e le connessioni tra il Vangelo e il nostro vissuto quotidiano concreto. I Vangeli ci fanno comprendere chi è (e chi non è) il Dio di Gesù e questa precisa identità di Dio incide, ha una rilevanza nella vita di chi crede. Se non si arriva fino a qui la fede resta qualcosa di astratto che non tocca la vita. La fede cristiana vuole invece essere buona notizia per la vita. Per la vita di ogni giorno, qui e ora. Non solo, non innanzitutto per la vita dopo la morte. La prospettiva che cerco di indicare è una vita cristiana scelta perché compresa come il modo migliore possibile di impostare la vita: dentro e attraverso l’amore di Dio. Scelgo la vita cristiana non perché avrò una ricompensa dopo, ma perché la fede dona alla vita qui e ora una qualità del tutto significativa e desiderabile.
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