L’amore

“Pietro abbattuto, triste, desideroso di tornare a pescare, gradualmente si vede restituito nella fiducia e riportato alla stima di sé, alla capacità di essere di nuovo qualcuno. Come Gesù gli restituisce fiducia? Non con un interrogatorio sui fatti, ma con un interrogatorio sull’amore. Così Gesù si mostra vangelo per Pietro. Lo interroga sulla realtà che in Pietro è più profonda e più vera, va a scavare nel fondo di quest’uomo e a cercare ciò che è in lui il meglio, ciò che sa che in Pietro non è mai venuto meno, malgrado tutto. Se lo interrogasse sulla costanza, sulla coerenza, sul dominio di sé, sulla prudenza, su tutte questa cose, Pietro forse direbbe: “Sì, ho mancato, non merito più fiducia, non sono più degno di essere chiamato tuo vicario, fai di me l’ultimo dei tuoi impiegati”. Invece Gesù lo interroga sull’amore e quasi quasi noi ci scandalizziamo, oppure ci stupiamo o meglio siamo così ciechi, che non ci stupiamo della stranezza di questa interrogazione. A me qualche volta è capito di leggere i questionari che si fanno quando qualcuno deve essere esaminato per i posti di responsabilità nella Chiesa: si chiede se sa predicare, se sa amministrare, se sa organizzare, se riesce a districarsi in situazioni difficili… Non c’è nessuna domanda sull’amore, non ho mai visto in simili questionari la domanda “sa amare”. Gesù invece domanda: sai amare? E poiché Gesù sa quello che fa, vuole dire che questa è la domanda più importante, è la domanda  fondamentale dell’uomo, quella su cui si gioca non solo il destino dell’uomo, ma anche quello della Chiesa, quello della stessa organizzazione e vita della Chiesa”. (C. M. Martini – È il Signore – Indialogo)

Dopo essere passati dalla scoperta dei propri desideri ad accorgersi che c’è qualcuno che chiama, in quest’ultima tappa del cammino poniamo l’accento sul contenuto della chiamata: a cosa Dio ci chiama? Dove vuole portarci la sua chiamata? Il brano di riferimento per questa sezione è Gv 21,15-19, ossia il momento nel quale Gesù incontra Pietro dopo la risurrezione, dopo il suo rinnegamento, e l’unica cosa che chiede al primo degli apostoli a cui affiderà la guida della Chiesa è: mi ami? Ecco che allora in quest’ultima parte del percorso ci soffermeremo sull’amore, inteso come vera meta della chiamata di Dio, cercando di declinarlo in alcuni delle sue sfaccettature possibili.

Incontri sul tema

1 Nel primo incontro proviamo a far riflettere i ragazzi sull’esperienza vissuta da Pietro. Ci sembra infatti significativo far emergere di fronte a loro tutta la portata sconvolgente della scelta caparbia di Gesù di affidare a Pietro la Chiesa. Pietro infatti non ha particolari numeri, non è brillante né dotato di chissà che intelligenza, è incostante e arriverà a rinnegare il Signore. Può un uomo così essere considerato un buon discepolo? È la domanda che consegniamo ai ragazzi chiedendo loro di inscenare un vero e proprio processo a Pietro. I ragazzi verranno divisi in due squadre, una che impersonerà l’accusa, l’altra la difesa. Obiettivo dell’accusa è dimostrare che Pietro non è stato un buon discepolo, mentre la difesa deve confutare questa tesi. Ad entrambe le squadre viene fornita questa scheda che riporta alcuni dei brani dei vangeli nei quali Pietro è protagonista, sui quali si dovranno basare le tesi dell’accusa e della difesa. Si lascia un po’ di tempo ai ragazzi per organizzarsi, dopodiché ciascuna delle due squadre terrà la sua arringa. Al termine delle arringhe i giudici (gli educatori) leggeranno questo verdetto di condanna: agli occhi di un tribunale umano l’operato di Pietro non può che essere giudicato negativamente. A questo punto però si invita i ragazzi a porsi la domanda su quale sia invece il giudizio di Gesù su Pietro e si legge insieme a loro il brano di Gv 21,15-19. Così si fa notare come agli occhi umani Pietro non possegga nessuna delle qualità che a noi paiono necessarie per essere un buon discepolo. Ma Gesù chiede solo una cosa: l’amore. L’unica abilità nella quale Gesù ci chiede di misurarci e crescere è la nostra capacità di amare. Pietro è stato un disastro in tutto, ma una cosa è assolutamente fuori discussione: amava sinceramente Gesù con tutto sé stesso.

2 Nel secondo incontro iniziamo ad affrontare il tema dell’amore in senso stretto. Anzitutto proviamo a capire cosa i ragazzi hanno in mente di fronte alla parola “amore” attraverso un brainstorming, aiutato dalla visione di alcune opere d’arte ed immagini sul tema, raccolte in questo power point: ai ragazzi chiediamo di dirci cosa secondo loro dicono dell’amore queste immagini e, poi, cosa loro intendono per amore. Quindi, attraverso questa scheda, proviamo a ragionare insieme a loro su cos’è “amore” a partire da alcune definizione date da Paolo nell’inno alla carità (1 Cor 13): l’amore tutto crede (è fonte divina, è la responsabilità di prendersi cura dell’altro che ci viene affidato, è fiducia donata …), tutto spera (discorso sull’attesa, sulle aspettative dell’amore, sul modo di vivere la corporeità dell’amore, sull’amore duraturo…), tutto sopporta (la capacità di vivere l’amore nelle difficoltà: il male esiste e cresce intorno al bene come la zizzania… quindi come promuovere il bene?) Tutto questo ci porta a riconoscere l’amore come un rischio (perché ci può compromettere) in cui però vale la pena buttarsi.

3 Nei successivi tre incontri proviamo a declinare il tema dell’amore in tre diversi ambiti. Il primo ambito, che affrontiamo nel terzo incontro è quello dell’affettività. Utilizziamo questa scheda. Si parte leggendo insieme un articolo de “Il Fatto quotidiano” nel quale si descrive il rapporto con il sesso di alcune ragazze quattordicenni. Immediatamente dopo si propone ai ragazzi di vedere due spezzoni del film “Will Hunting genio ribelle” (bellissimo anche da proporre per intero in qualche occasione!) che vi linko qui da Youtube (se aveste bisogno di avere gli spezzoni chiedetemi pure che ve li passo): primo spezzonesecondo spezzone. L’idea è evidenziare il forte contrasto tra il modo di pensare all’amore di coppia e alla sessualità che emerge nell’articolo e quello dei due spezzoni. Da questa riflessione iniziamo a riflettere insieme ponendo alcune domande: come immagini il tuo corpo? Come una sigaretta da consumare o come una Ferrari, dove ogni dettaglio ha un obbiettivo preciso: vincere. Che carburante usi per la tua Ferrari? Con cosa riempi il serbatoio? Immagini, pornografia, autoerotismo, racconti rosa, pettegolezzi… oppure relazioni autentiche, bellezza, sguardi trasparenti…? Qual’è il traguardo che ti poni? “Fartene” il più possibile, godere il più possibile, oppure condividere la vita fino in fondo con un’altra persona? Al termine si accenna alle diverse componenti dell’amore nel linguaggio biblico.

4 Nel quarto incontro proviamo ad approfondire il tema dell’amore inteso come carità e dedizione agli altri. Lo facciamo attraverso questa scheda nella quale, dopo aver chiarito cosa si intende per carità, si propongono ai ragazzi quindici gesti che rendono possibile vivere la carità nel quotidiano. A partire da queste provocazioni si avvia poi una condivisione, aiutati anche dalle domande al termine della scheda.

5 Nel quinto incontro proviamo invece a soffermarci sulla politica intesa come modalità concreta per vivere l’amore. Ci sembra particolarmente significativo proporre questo tema a dei ragazzi che compiono o hanno compiuto da poco diciotto anni e a breve andranno per la prima volta a votare. Affrontiamo il tema a partire dall’esperienza di Giorgio La Pira, figura emblematica di un impegno politico vissuto come risposta d’amore a una Vocazione. Immaginiamo che i ragazzi della politica abbiano soprattutto un’immagine negativa. Per questo iniziamo la riflessione partendo da alcune frasi di La Pira: l’idea è preparare dei bigliettini che riportino ciascuno una di queste frasi e farle pescare a caso ai ragazzi. Ciascuno dovrà leggere la frase che troverà e di dire cosa ne pensa. Terminato questo primo, momento si distribuisce ai ragazzi questa scheda nella quale si cerca di spiegare il senso di una vocazione alla politica, si ripercorrono le tappe della vicenda di La Pira e si cerca di riflettere insieme ai ragazzi dell’impegno politico inteso come forma di carità.

6 Da ultimo proponiamo un incontro che metta a tema esplicitamente la vocazione. È un tema sotteso a tutto il percorso fin qui svolto, ma ci è sembrato opportuno trattarlo in un incontro specifico, anche per rispondere a quelle che possono essere le obiezioni e domande dei ragazzi sulla vocazione. Utilizziamo per l’incontro questa scheda. Nella prima parte, attraverso delle vignette, si “sfatano” dei modi di pensare sbagliati rispetto alla vocazione, nella seconda invece, a partire ancora da Gv 21,15-19, si prova a dire come va intesa la vocazione cristiana, distinguendo anche tra la vocazione all’amore, che è di tutti, e la vocazione specifica, che è propria di ciascuno.

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