Affettività

Il secondo grande tema affrontato nel percorso di catechesi coi ragazzi di terza media è quello dell’affettività. Questo infatti è il momento in cui le ragazze e i ragazzi vivono l’inizio di quella grande trasformazione fisica e psichica che da bambini, attraverso la pubertà, li porterà a diventare delle persone mature dal punto di vista affettivo e sessuale; è il momento nel quale iniziano a prendere consapevolezza del proprio corpo, delle sue potenzialità, sperimentando emozioni nuove che spesso non sanno come gestire. Il tema dell’affettività è quindi di fondamentale importanza.

Incontri sul tema

1 Nel primo incontro è anzitutto importante fermarsi un attimo a riflettere coi ragazzi, spiegandogli l’importanza di questo tema, il legame con quello della vocazione (il mio corpo c’entra con la mia vocazione!), sottolineando che sono grandi e li riteniamo quindi capaci di parlare di questi temi in modo intelligente. Una volta fatta questa introduzione l’attività proposta è quella, divisi tra maschi e femmine, di compilare un questionario. Qui vi sono una serie di parole legate alla sessualità e affettività; i ragazzi dovranno scrivere per ognuna la definizione che hanno in mente. Questa attività è utile per introdurre i ragazzi al tema e capire cosa hanno in testa. Il questionario è anonimo, si chiede ai ragazzi di indicare solo se si è maschi o femmine.

2 Prima del secondo incontro gli educatori faranno una sintesi delle risposte al questionario dei ragazzi e delle ragazze e compileranno questa tabella. Nell’incontro, sempre divisi tra ragazzi e ragazze, si leggeranno insieme le risposte e si confronteranno con le definizioni corrette riportate. Interessante sarà far notare anche le differenze tra le risposte dei ragazzi e delle ragazze.

3 Nel terzo incontro ci poniamo come obiettivo quello di far riflettere i ragazzi su alcune situazioni, un po’ per comprendere meglio cosa pensano, un po’ per iniziare con loro un dialogo su questi temi. Sempre divisi tra maschi e femmine faremo vedere ai ragazzi alcuni video e spezzoni di film che presentano diverse situazioni legate all’affettività (i video non posso postarli per motivi di copyright, chi fosse interessato ad averli può contattarmi cliccando qui.). Ad ogni ragazzo verrà consegnata questa scheda, nella quale per ogni video ci sono alcune provocazioni/domande a cui rispondere. Dopo la visione di ogni video si lascerà un po’ di tempo ai ragazzi per rispondere.

4 Prima del quarto incontro, come per il secondo, gli educatori raccoglieranno le risposte dei ragazzi e delle ragazze, compilando questa tabella da consegnare ai ragazzi. Nell’incontro si confronteranno le risposte e si rifletterà insieme.

5 L’obiettivo dell’incontro (o degli incontri) seguenti è quello di far prendere consapevolezza ai ragazzi del linguaggio del corpo, ossia del fatto che, attraverso i nostri gesti (sguardi, carezze, baci, ecc…) noi comunichiamo qualcosa all’altro. Noi ci siamo fatti aiutare da una psicomotricista che ha tenuto due incontri laboratoriali con i ragazzi, lavorando sul linguaggio del corpo. In alternativa può essere ugualmente utile un laboratorio teatrale. In ogni caso la scelta è di evitare una spiegazione frontale su questo tema, privilegiando un’attività, un laboratorio, così che i ragazzi possano vivere un’esperienza in prima persona.

6 Dopo l’attività sul linguaggio del corpo, proviamo ora a far comprendere che una relazione di coppia conosce diversi momenti, è un cammino fatto di tanti passi… Per questo abbiamo scelto di far vedere ai ragazzi il film “I passi dell’amore“.

7 Per riprendere insieme il film facciamo ora riflettere i ragazzi sul fatto che l’amore conosce diversi step, diverse tappe, diversi momenti. Per introdurre l’incontro facciamo vedere ai ragazzi questo video sul primo bacio. Poi riprendiamo il discorso attraverso questa scheda. Nella prima parte riflettiamo sul bacio, per fare prendere consapevolezza ai ragazzi del significato di questo gesto. Nella seconda parte si introduce i ragazzi a comprendere i diversi aspetti dell’amore, attraverso i tre termini greci utilizzati per descriverlo: eros (amore pulsionale e fisico), philia (amore come condivisione e scambio reciproco) e agape (amore come dono di sé).

8 Dopo aver ascoltato quello che i ragazzi pensano e aver provato ad introdurli al tema del linguaggio del corpo e a quello delle tappe dell’amore, facciamo ora accostare ai ragazzi alcuni testi biblici, in modo introdurli al significato cristiano del corpo, dell’essere uomo e donna, della relazione d’amore. Questi sono alcuni testi significativi sul tema che possono essere utilizzati:
– La creazione dell’uomo e della donna di Genesi 1 (Gn 1,26-31), nella quale sottolineare cosa significhi che l’uomo è a immagine di Dio (“a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò”: è nella relazione d’amore che l’uomo è a immagine di Dio: poiché ama, è come Dio) e il comando “siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”: la sessualità è qualcosa di bello, voluto da Dio, non qualcosa di sporco che a Dio non piace.
– Genesi 2 e la creazione della donna (Gn 2,18-25). In questo testo si può sottolineare come l’uomo non sia fatto per stare solo (si può provare a ragionare coi ragazzi sul “mito del single”, il mito dell’autosufficienza, ma anche del limite che c’è nell’autoerotismo (da questo punto di vista è molto provocatorio questo articolo sui giovani giapponesi); si può sottolineare la stessa dignità di uomo e donna nel progetto di Dio (l’immagine della costola indica questo, così come l’espressione “è ossa delle mie ossa e carne della mia carne”); infine l’assenza della vergogna, della paura dell’altro nel progetto di Dio (qui si può chiedere e magari far scrivere ai ragazzi di cosa hanno paura pensando al tema dell’affettività e sessualità, per poi confrontarsi).
– Genesi 3 e il peccato di Adamo ed Eva (Gn 3,1-16). In questo testo è da sottolineare come il peccato sia anzitutto una mancanza di fiducia in Dio e nell’altro e come il motivo di questa mancanza di fiducia sia falso (“«Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare”). Questa mancanza di fiducia, questo sospetto sull’altro, provoca il male: la paura, la vergogna (“ho avuto paura perché sono nudo”), la menzogna, l’accusa reciproca (“la donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero”) , finanche la violenza (“verso tuo marito sarà il tuo istinto ed egli ti dominerà”). Importante è anche ragionare con i ragazzi sulla differenza tra fiducia e ingenuità per non cadere nell’equivoco di confondere le due cose.
– Da ultimo, il testo della Prima lettera ai Corinizi (1Cor 6,12 ed eventualmente i versetti seguenti), significativo anche perché si aggancia a Paolo come filo conduttore dell’anno: “«Tutto mi è lecito!. Sì, ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!. Sì, ma non mi lascerò dominare da nulla”. A partire da questa frase di Paolo si può far comprendere ai ragazzi perché è importante fare i passi giusti nell’affettività, non perché ci siano delle regole da rispettare, ma perché alcune cose ci fanno crescere, altre no. Si può chiedere ai ragazzi di fare degli esempi di cose che potrebbero fare ma che sanno che “non gli giova” e quindi scelgono di non farle (fumare, saltare gli allenamenti, ecc…). Interessante anche il discorso del “non mi lascerò dominare da nulla”: a partire da qui si può affrontare il tema delle dipendenze (fumo, internet, autoerotismo, ecc…).

9 Infine introduciamo i ragazzi al tema della castità, cercando di spiegarne loro l’autentico significato, al di là delle precomprensioni. Utile può essere l’utilizzo di questa scheda.

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