Caro Bennato ti scrivo… sul matrimonio e i colori

Caro Edoardo Bennato, mi presento, sono un tuo grandissimo fan. Lo sono da quando, a diciott’anni, una mia amica mi regalò un tuo disco e mi innamorai della tua musica e delle tue parole. Come ogni volta, quando ho saputo che era uscito il tuo nuovo album, sono corso a comprarlo, e come sempre non mi hai deluso!

Di questo tuo disco mi ha fatto molto riflettere la canzone “Povero amore”. Tanto che ho deciso di scriverti. Parla di un amore perso, un amore rimandato, un amore che si confonde e non riesce a fiorire. Un amore che si smarrisce – così canti – “nelle gallerie dei ricordi, nelle agenzie di fidanzamenti, nelle liste d’attesa dei sentimenti”, ed ancora “nei rimpianti, nelle frasi dette troppo tardi, nelle convenzioni dei conventi, nelle associazioni dei cuori infranti…”. Ma è un passaggio in particolare ad avermi colpito, quando parli di un amore che si perde “nelle sartorie di tutti gli abiti da sposa, in quel bianco che va bene su qualunque cosa, in quel bianco che va bene, copre ogni colore, e a volte copre anche l’amore”.

Continua a leggere “Caro Bennato ti scrivo… sul matrimonio e i colori”

Sulle feste di Natale a scuola

Rieccola, puntuale come ogni anno, la polemica sulle feste di Natale nelle scuole. Presepe sì, presepe no, Babbo Natale sì, Gesù bambino no. Il tutto all’insegna di grandi paroloni come “rispetto dell’altro”, “difesa della propria identità”, “laicità”, “integrazione”, e chi più ne ha più ne metta. Provare a dire qualcosa su questo tema non è facile, si rischia di lasciarsi trascinare a discutere le ragioni dell’una o dell’altra fazione.

Vorrei provare a svincolarmi dalle polarizzazioni e collocare la riflessione nell’ambito che le è proprio, la scuola, ragionando non sui massimi sistemi ma a partire dalla sua concretezza Continua a leggere “Sulle feste di Natale a scuola”

#PrayforParis: ma pregare è ancora possibile?

#PrayforParis è uno degli hashtag con i quali in tantissimi abbiamo immediatamente reagito alla violenza di Parigi. Anche io non ho avuto difficoltà a twittatare e postare così. I problemi sono arrivati dopo. Quando ho dovuto mettere in pratica quell’hashtag. Sì, perché più che di pregare mi veniva voglia di urlare. Urlare di rabbia, urlare l’incredulità e lo sgomento, scrivere post di fuoco, prendermela con qualcuno… Ma ormai avevo twittato e mi sono imposto coerenza. Mi sono raccolto in silenzio e ci ho provato.

In quel silenzio pregare mi pareva un’assurdità, qualcosa di non più possibile Continua a leggere “#PrayforParis: ma pregare è ancora possibile?”

Vatileaks: che c’è di Nuovo?

Quando ero un po’ più ingenuo credevo che ad interessare la gente fossero le novità. Cose nuove, cose inedite. Un po’ come succede per i bambini che ad un certo punto si stufano dei giocattoli che hanno, non ci stanno a ripetere sempre lo stesso gioco e cercano qualcosa di nuovo. E quando sotto la carta regalo iniziano ad intravvedere la forma e il colore del nuovo che gli è stato donato, quando ne assaporano l’odore finanche il gusto talvolta, un sorriso indescrivibile si dipinge sui loro volti.

Ora che sono un po’ più navigato ho capito che per i grandi non è sempre così. A tanti il nuovo non piace Continua a leggere “Vatileaks: che c’è di Nuovo?”

Papa Francesco malato – Chiesa, di cosa hai paura?

Si è cominciato col coming out di monsignor Charamsa. Si è proseguito con le indiscrezioni sulle lettere spedite al papa da alti prelati, subito accalcatisi a smentire. Ora la falsa notizia della malattia di Francesco, resa intrigante da immagini di elicotteri nella notte e di equipe mediche di fama mondiale… Sembra una sceneggiatura di Dan Brown, è invece quello a cui stiamo assistendo dall’inizio del Sinodo.

Personalmente più leggo di tutto questo più dentro di me cresce una domanda: Chiesa, di cosa hai paura? Continua a leggere “Papa Francesco malato – Chiesa, di cosa hai paura?”

La fatica di guardare avanti

Nell’oratorio in cui lavoro come responsabile laico un giorno incontro un signore piuttosto anziano che non avevo mai visto. Iniziamo a chiacchierare e scopro che, anni addietro, è stato membro del consiglio pastorale, ha preso parte attivamente alla vita della parrocchia e dell’oratorio, ha partecipato e contribuito a diverse iniziative. Poi basta: cambiato il prete dell’oratorio, ormai due coadiutori fa, in parrocchia non ha messo più piede.

«Quando c’era il mio don – così diceva – non sai com’era questo oratorio! La domenica pomeriggio c’erano centinaia di ragazzi, alle uscite si andava con otto pullman… adesso invece…» e inizia a dirmi tutto il male possibile degli attuali preti. Continua a leggere “La fatica di guardare avanti”